Il liscio
Il liscio è un ballo di coppia nato in Romagna tra la fine del XIX secolo e i primi decenni del XX secolo che col passare degli anni si è diffuso in tutta Italia con prevalenza per l'Italia del Nord. Comprende tre danze: Mazurca, Valzer, Polka. Deve il suo nome alle movenze dei ballerini che usano scivolare, strusciare i piedi, quindi andare via liscio. Gli elementi principali che hanno contribuito a caratterizzare il nuovo ballo furono: l'esecuzione veloce delle mazurche e delle polche (dovuta a Carlo Brighi); l'utilizzo di strumenti come il clarinetto (dalla fine dell'Ottocento) e la batteria (dagli anni venti del Novecento).
Il liscio romagnolo, danze folk romagnole, è caratterizzato da un'esecuzione brillante (data dalla forte presenza ritmica di basso e batteria) e veloce dei brani scritti principalmente per violino, clarinetto in Do, sassofono e successivamente per voce. Probabilmente è il liscio "più conosciuto" e allegro Il liscio emiliano, rispetto al liscio romagnolo, non si basa sui fiati ma sulla fisarmonica (in origine, l'organino bolognese). I valzer bolognesi erano in origine velocissimi. Il liscio emiliano comprende le "Danze filuzziane", note anche come liscio bolognese, una danza che ha acquisito lo status di danza sportiva, al pari del folk romagnolo. Il liscio filuzziano prevede l'esecuzione di figure staccate da parte dell'uomo, che deve avere particolari qualità atletiche. Il liscio piemontese è più lento di quello romagnolo ed eseguito principalmente da fisarmonica, clarinetto in do, sassofono e voce. Alcune formazioni di liscio piemontese sostituiscono al basso elettrico il basso tuba e non utilizzano la chitarra; tale scelta è probabilmente diretto retaggio delle formazioni bandistiche precedenti.
Il luogo dove si ballava il liscio era la balera, un grande salone adibito a pista da ballo con servizio bar. La prima balera fu aperta da Carlo Brighi nel 1910 a Bellaria: il "Capannone Brighi" (poi "Salone Brighi"). In Piemonte troviamo una curiosa variante della balera: il ballo a palchetto (italianizzazione dal piemontese bal a palchett) ovvero una pista circolare chiusa con al centro un palo a cui veniva fissata una corda. Tale corda veniva tesa alla fine di 3 balli e un addetto compiva un giro totale della pista così da far uscire ogni ballerino da essa. Per poter accedere nuovamente alla pista si doveva pagare. In questo modo venivano pagati solo 3 balli e non l'intera serata. Questa tradizione persiste ancora in alcune zone del Piemonte dove in alcune sagre si paga "l'accesso alla pista da ballo".